L'economia italiana prosegue la sua fase di espansione a ritmi moderati: dopo la crescita dell'1% del primo trimestre (su base annua, Istat - Conti nazionali) gli indicatori congiunturali più aggiornati disponibili indicano, per il secondo trimestre, un avanzamento del Pil più contenuto, come osservato più in generale nell'Area Euro.
La stima per l'intero anno è state recentemente rivista al ribasso dal Fondo Monetario Internazionale (FMI) che, in occasione del G-20 di Pechino, ha previsto per l'Italia una crescita dello 0,9% nel 2016.
Questo adeguamento va inquadrato in un contesto di crescita globale piuttosto debole, caratterizzata dalla situazione stagnante del commercio internazionale e dal crollo dei prezzi delle materie prime.
A questi aspetti, si aggiungono gli elementi di forte incertezza di natura politica ed economica che limitano le prospettive di ripresa, tra cui spiccano la crisi in Turchia e il risultato del referendum in Gran Bretagna che hanno contribuito a rendere lo scenario ancor più imprevedibile.
In forza soprattutto di quest'ultimo evento, l'FMI ha rivisto al ribasso anche la crescita mondiale prevista per il 2016, che perde un decimale e scende al 3,1%. Per l'Unione Europea la previsione è invece dell'1,6%.
Sono state migliorative invece le revisioni di metà anno per la crescita delle economie emergenti - il cui rallentamento era stato sovrastimato - e dell'economia cinese, con un'espansione prevista del 6,6%.
Le economie avanzate, ad eccezione di quella americana, che continua a essere moderatamente dinamica (+2,2%), sono quelle che destano la maggiore incertezza in termini di prospettive a breve termine.