In un quadro macroeconomico incerto che rende fragili i driver della fiducia di famiglie e imprese, l'andamento dell'economia agricola nazionale, nell'esito del 2016 e nelle prospettive del nuovo anno, può considerarsi soddisfacente.
Dal lato della domanda, nonostante i cambiamenti in atto degli stili di consumo dei prodotti agroalimentari, il binomio mercato interno-mercato estero garantisce sempre grandi opportunità, soprattutto per le produzioni tipiche e di qualità. Dal lato dell'offerta, d'altronde, ferme restando le variabili endogene del settore agricolo che condizionano da sempre raccolti e produzioni, va considerato che l'imminente mini mid-term della Politica agricola comunitaria e l'entrata a pieno regime dei bandi PSR a sostegno degli investimenti in agricoltura, potrebbero implicare già a partire dal 2017 una lieve modifica della fisionomia del settore agricolo nazionale.
Ciò premesso, il 2016 viene archiviato dall'agricoltura italiana all'insegna di fattori sia positivi che negativi. In particolare, nel corso dell'anno diminuiscono i costi degli input produttivi, ma calano ancora di più i prezzi agricoli alla prima fase di scambio; continua a crescere l'export, ma si contrae la spesa interna delle famiglie per beni agroalimentari; aumenta il numero degli occupati, ma diminuisce il credito bancario.
Sul fronte produttivo, sarebbe già un buon risultato se il valore aggiunto agricolo reale confermasse nel 2016 il livello dell'anno precedente, quando grazie ad una congiuntura meteorologica particolarmente favorevole era riuscito a registrare una crescita media annua di quasi 4 punti percentuali.