Gli ultimi dati della filiera bovina confermano la persistenza dello stato di crisi, ma offrono ai più ottimisti spunti per apprezzare che la curva discendente del mercato sta addolcendo la traiettoria flessiva e ci si sta avviando ad una stabilizzazione del sistema, dove gli attori rimasti sono pochi, sicuramente meno di qualche anno fa, ma son quelli che probabilmente resteranno sul mercato anche nel futuro.
La crisi ha investito il comparto anche per buona parte del 2016, facendo vittime fra i più deboli: basti guardare i dati dell'Anagrafe Nazionale bovina relativi agli allevamenti aperti e chiusi e si nota che nel triennio il settore ha visto scomparire oltre 6000 aziende, di cui circa un terzo ad orientamento produttivo latte. In realtà il numero complessivo di capi bovini sul territorio nazionale - sempre secondo la stessa fonte - non cambia, rimane sempre superiore ai 5,56 milioni di capi; si tratterebbe quindi più di operazioni di razionalizzazione, tipo "accorpamenti" piuttosto che smantellamento della mandria.
Malgrado ciò la chiusura di alcune aziende ha inevitabilmente portato alla macellazione di più bestiame nazionale.
Dall'analisi della composizione dell'offerta in termini di capi macellati troviamo evidenza di quanto appena detto: l'aumento dell'attività di macellazione si esplicita in un incremento di quasi 4 punti percentuali in termini di peso, e di quasi 6 punti percentuali in termini di numero di capi, rispetto al 2015. Infatti, le statistiche di macellazione prodotte dall'ISTAT registrano nel 2016 l'avvio al macello di oltre 2,75 milioni di capi bovini, per un equivalente in carne di 791 mila tonnellate, riportando un aumento su base annua sia in numero di capi (+5,6%) che in peso morto (+3,9%).
Il trend delle diverse categorie afferenti alle macellazioni bovine evidenziano anche il consueto legame con il mercato del latte.
Osservando infatti i dati disaggregati dei capi macellati emerge che l'incremento riguarda prevalentemente il patrimonio delle femmine ed in particolare il segmento delle vacche che registra - dopo il +17% del 2015 sul 2014 - un ulteriore aumento di 4,6 punti percentuali, raggiungendo una quota in termini assoluti del 20% sul totale bovini macellati. Da sottolineare che il segmento delle vacche ha accumulato negli ultimi due anni un incremento di quasi 23 punti percentuali, pari a oltre 100 mila capi in più avviati al macello (erano 436mila nel 2014 sono 536 mila nel 2016).