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Report - Credito

L'accesso al credito delle imprese agricole nel 2016

Le elaborazioni ISMEA delle ultime informazioni sul credito rilasciate da Banca d'Italia, evidenziano che lo stock di prestiti bancari alle imprese agricole fotografato a fine 2016 ha perso il 2%, rispetto al livello di dicembre 2015, analogamente allo stock di prestiti intercettati dal complesso dei settori economici (-2,3%); in controtendenza soltanto le imprese del Food & Beverage, il cui stock ha guadagnato il 3,2% su base annua.
Va comunque rilevato che, nello scenario di un rallentamento continuo dello stock complessivo (dal 2011 al 2016), il peso rivestito dall'agricoltura su quest'ultima grandezza è andato aumentando dal 4,3% nel 2010 al 5% 2014, per poi rimanere costante sino al 2016.
In forte calo i finanziamenti per investimenti nel settore agricolo, rappresentati dallo stock di prestiti oltre il breve termine (12 mesi - solo in bonis), che per il quinto anno consecutivo si è evoluto negativamente. Tuttavia, la piena attuazione dei Programmi di Sviluppo Rurale nelle diverse regioni italiane potrebbe, nel prossimo futuro, dare il necessario impulso per un'inversione di tendenza del fenomeno.
A integrazione di questo quadro, all'inizio di gennaio 2017 agli agricoltori del Panel ISMEA è stato chiesto un parere sulle condizioni di accesso al credito riscontrate nel 2016.
La maggioranza degli operatori (44%) ha dichiarato di non aver riscontrato differenze rispetto al 2015, mentre il 18% ha percepito un peggioramento, il 10%, al contrario un miglioramento delle condizioni di accesso al credito offerte dagli istituti finanziari. A tal proposito, vale la pena evidenziare che lo scorso anno quest'ultima quota era risultata più alta, pari al 17% degli agricoltori coinvolti dal sondaggio.
Il ricorso ai finanziamenti bancari rimane comunque un fenomeno appannaggio di un numero limitato di operatori, come dimostrato dalla quota di agricoltori che ha dichiarato di aver chiesto un finanziamento nel corso del 2016: il 21%, dei quali il 19% ha visto la richiesta andare a buon fine, l'1% si è trovato costretto a rinunciare per le condizioni onerose imposte dall'istituto di credito, mentre il restante 1% ha ricevuto un rifiuto esplicito.