Roma, 26 ottobre 2017
Il settore lattiero caseario sta mostrando segni di ripresa dopo la crisi provocata dall'abolizione delle quote comunitarie in concomitanza con l'embargo russo e il sensibile rallentamento delle importazioni cinesi. A partire dal secondo trimestre 2017 sono stati registrati i primi segnali di crescita dei prezzi europei che sono proseguiti per tutta l'estate fino a portare le quotazioni dei prodotti lattiero caseari agli attuali livelli.
Il dinamismo internazionale si è riflesso anche sul funzionamento del mercato interno e, dopo i minimi registrati lo scorso anno, il prezzo del latte alla stalla è risalito in estate (38,15 euro/100 litri ad agosto), mettendo a segno una variazione tendenziale a due cifre. La ripresa del mercato lattiero caseario nazionale è evidenziata dall'andamento dell'indice Ismea dei prezzi all'origine (base 2010), che ha chiuso i primi nove mesi del 2017 con un incremento del 14%, anche grazie a una straordinaria ascesa del burro e, seppure in misura più contenuta, dei formaggi duri (indice+77% e +7% rispettivamente).
La ripresa del mercato nazionale è stata favorita da un ulteriore rafforzamento dell'export: dopo gli straordinari risultati dello scorso anno, anche nel 2017 l'Italia si conferma il quarto paese player a livello mondiale, dietro Germania, Francia e Paesi Bassi, con ben 239 mila tonnellate di formaggi esportati in sette mesi a fronte di oltre 1,5 miliardi di euro di introiti (+7,3% in volume e +9,4% in valore rispetto a gennaio-luglio 2016).
Nel prossimo decennio, secondo le previsioni Ocse-Fao, è atteso a livello mondiale un costante aumento del consumo pro capite di lattiero caseari (+1,8% annuo) e ne conseguirà una crescita delle importazioni, soprattutto da parte dei paesi in via di sviluppo (Cina, Corea del Sud, Africa).