Roma, 31 ottobre 2017
Si è svolto il 23 ottobre scorso a Bruxelles il consueto incontro autunnale del gruppo di previsione per il settore ovicaprino - presso la DG Agri - a cui ha preso parte ISMEA. Le stime dei diversi Paesi membri prevedono una espansione della mandria europea del 3,7% per l'anno in corso, questa si attesterebbe quindi a poco oltre gli 89 milioni di capi.
Alla base di tale dinamica pesa soprattutto l'incremento del patrimonio in Romania (+35%) e nel Regno Unito (+2,4%), mentre si contraggono i capi presenti in Spagna (-3,8%), e in Francia (-2,1%).
I prezzi medi europei per l'agnello leggero sono in graduale ascesa dal mese di luglio, e raggiungono ad ottobre il valore di 6,17 €/Kg (peso carcassa), dopo un periodo negativo (da giugno a settembre) tornano sui livelli dell'analogo periodo lo scorso anno.
L'Europa a 28 ha nel primo frangente 2017 importato meno carni ovicaprine, in particolare è la fornitura del principale player, la Nuova Zelanda, a mostrare le più evidenti contrazioni.
In questi primi 8 mesi, la Nuova Zelanda ha ridotto notevolmente gli invii nel Regno Unito, per via della svalutazione della sterlina, ma soprattutto per la maggiore produzione interna del Regno Unito.
Le esportazioni dell'UE hanno segnato incrementi del 25% grazie alle maggiori forniture ai Paesi quali Libia, Israele ed Emirati Arabi, paese quest'ultimo verso il quale anche l'Italia ha inviato i primi importanti volumi per la prima volta nel 2017.
A livello globale il principale Paese importatore resta la Cina.
L'Italia, pur rappresentando solo il 4% della produzione europea ha stimato per il 2017 una flessione delle produzioni del 1,4%, cui si aggiungeranno minori importazioni di carni e di capi vivi, il tutto per compensare il calo dei consumi registrato nei primi 9 mesi, tendenza alla quale i consumi di Natale difficilmente potranno comportare un'inversione.