Roma, 12 febbraio 2018
È pari a 145 milioni di ettolitri la produzione Ue 2017 di vino stimata dalla Commissione europea a fine dicembre. In attesa dei dati definitivi delle dichiarazioni di produzione che verranno comunicati dai Paesi nei prossimi mesi si evidenzia una perdita stimata piuttosto consistente soprattutto in Italia (la produzione stimata è intorno ai 40 mln di ettolitri cioè il 26% in meno rispetto all'anno precedente) ma anche in Francia (-18%), in Spagna -15% e in Germania (-12%).
Ma la campagna 2017/2018 si è aperta con giacenze di oltre 170 milioni di ettolitri, il 3% in più rispetto all'anno precedente. Era dal 2010 che le giacenze non toccavano questo livello. Del resto anche la produzione 2015 e 2016 era stata abbondante, mentre consumi interni ed export non erano cresciuti allo stesso ritmo.
Il primo effetto della minor produzione, nonostante il discreto volume riportato a bilancio dall'anno prima, è stato quello della repentina impennata dei prezzi soprattutto nel segmento dei vini comuni. Da agosto a dicembre 2017 le quotazioni dei vini comuni sono cresciute, rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, del 49%, mentre quelle dei vini Igt del 15%; quelle dei vini Doc-Docg dell'8%.
Per i vini comuni a sostenere i prezzi è stata una domanda piuttosto dinamica sia interna che estera vista anche una ritrovata competitività, valutata in termini di rapporto qualità/prezzo, rispetto al prodotto spagnolo.
Sul fronte del commercio con l'estero, elaborazioni dell'Ismea su dati Istat confermano la buona salute dell'export vinicolo italiano.
Da gennaio a ottobre 2017, infatti, sono stati esportati 17,6 milioni di ettolitri di vini e mosti, con un aumento del 6% sullo stesso periodo dell'anno precedente, consolidando un trend in atto da alcuni mesi. In valore l'incremento è più che proporzionale (+7%), a dimostrazione che anche il valore medio dei prodotti italiani consegnati oltre frontiera si muove su terreno positivo.