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Carne bovina - Ultime dal settore

La competitività dell'allevamento bovino da carne in Italia - Report RRN

Roma, marzo 2017

SISTEMI PRODUTTIVI A CONFRONTO
Il comparto della carne bovina costituisce un importante settore del sistema agroalimentare nazionale, rappresentando circa il 6,5% del valore generato dall'agricoltura e quasi il 20% dell'intera zootecnia. Da diversi anni, tuttavia, il settore sta affrontando un graduale ridimensionamento e la competitività degli allevamenti nazionali risulta minata da una serie di fattori che attengono principalmente ad aspetti strutturali e organizzativi della filiera. In primo luogo la frammentarietà della filiera, sia nella fase di allevamento che nell'attività di macellazione. A questi fenomeni si aggiunga il cambiamento e la destrutturazione in atto della domanda interna: se la crisi economica da un lato ha educato il consumatore a prestare maggior attenzione al prezzo, altri fattori sociali - quali l'invecchiamento della popolazione, l'attenzione all'ambiente, la maggior sensibilità verso il mondo animale - stanno inducendo i consumatori ad una riduzione sempre più evidente dei volumi acquistati; si pensi che solo negli ultimi cinque anni la contrazione dei consumi domestici di carni fresche bovine è stata del 17%.

Il deficit strutturale settoriale (il tasso di autoapprovvigionamento pari al 55%) comporta un'inevitabile ricorso a forniture estere sia di ristalli sia di carni, con un impatto significativo a monte sui costi di allevamento (i più alti d'Europa) e, a valle, sulla competitività delle carni nazionali nei confronti di quelle di importazione.

La razionalizzazione dei costi di produzione rappresenta uno degli elementi chiave per l'accrescimento della competitività degli allevamenti nazionali. Pertanto nel Report "LA COMPETITIVITÀ DELL'ALLEVAMENTO BOVINO DA CARNE IN ITALIA" - realizzato nell'ambito del Programma Rete Rurale Nazionale 2014-2020 - è stata fatta un'analisi comparativa dei costi di allevamento e della redditività in tre sistemi produttivi:
- Ingrasso di vitelloni di razza Charolais in Veneto (ristalli di importazione)
- Ingrasso di vitellone di razza Chianina (IGP) in Toscana
- Ingrasso di vitelloni di razza Charolais in Sardegna (ristalli locali e integrazione con filiera latte)

Quest'ultimo caso è stato preso in esame in quanto rappresenta un buon esempio di utilizzo di risorse dello Sviluppo Rurale (Misura 124 PSR 2007-2013) a sostegno dell'aggregazione e dell'innovazione.

Per ciascuno dei sistemi analizzati sono emersi punti di forza e di debolezza, utili per una riflessione approfondita sul settore. Alcuni fattori di successo possono essere ripresi da un sistema all'altro, per esempio l'elevato know how delle tecniche di allevamento e la riconoscibilità del prodotto attraverso l'utilizzo di certificazioni volontarie (IGP nel Centro Italia, Qualità Verificata in Veneto, "Nato e allevato in Sardegna"); altri fattori sono fortemente legati alle caratteristiche territoriali (disponibilità di aree irrigue o pascoli) e alle peculiarità delle razze allevate (francesi o autoctone), o al sistema di allevamento stesso (intensivo o estensivo), e quindi difficilmente replicabili.

Dall'analisi emerge che il comparto nazionale del bovino da carne presenta numerose debolezze e fragilità, ma ha davanti a sé delle importanti opportunità anche grazie allo Sviluppo Rurale, attraverso i PSR regionali, come ad esempio le Misure (M3, M4, M6, M9, M14, M16) o attraverso le premialità legate al settore produttivo del bovino da carne previste in alcune Regioni. Grazie alle misure dei PSR 2014-2020 gli allevatori hanno, quindi, la possibilità di accedere agli strumenti necessari per investire e migliorare la loro competitività in termini di capacità produttiva, promozionale e commerciale, allo scopo di aumentare i loro margini reddituali, senza perdere di vista l'attuale evoluzione della domanda.

 
 

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