Roma, 14 maggio 2018
Dopo i segnali di ripresa evidenziati già verso la fine del 2017, il primo trimestre di quest'anno sembra sancire l'uscita della carne bovina dalla crisi di consumo avviatasi alcuni anni fa. È quanto rileva l'ISMEA nel report "Tendenze" sul settore Bovino da carne, da cui si evince, nel primo trimestre 2018, un incremento dei quantitativi acquistati del 2,5% su base annua e una crescita più marcata della spesa (+5%), in ragione di un aumento dei prezzi e di un maggiore orientamento dei consumatori verso carni di maggior pregio.
Il trend positivo degli acquisti ha interessato anche le carni suine e avicole, mentre per quelle di coniglio la contrazione dei consumi sembra ormai un fenomeno inarrestabile.
La domanda nazionale di carne bovina, sottolinea l'Istituto, si sta spostando verso prodotti allevati e macellati in Italia, ma questa opportunità non è riuscita ancora a fornire uno stimolo sufficiente ad accrescere la produzione in Italia anche dei vitelli da ingrasso.
Per quanto riguarda l'approvvigionamento dall'estero, nel 2017 l'Italia ha importato 7 mila tonnellate di carni fresche bovine in meno rispetto al 2016 ( -2,2%). Tra i principali Paesi fornitori si rileva un avvicendamento tra Polonia e Francia. La contrazione dell'attività di macellazione degli allevamenti transalpini ha favorito infatti il sorpasso da parte della Polonia, diventata ora il primo fornitore dell'Italia di carni bovine, con oltre 73 mila tonnellate di prodotto spedito nel territorio nazionale.