Il 2017 è l'anno in cui l'economia italiana ha finalmente agganciato l'espansione mondiale, ma rimangono evidenti i problemi di un cammino più stentato rispetto alle altre economie europee e gli effetti collaterali di una crisi che in Italia è stata più dura e profonda che altrove.
Nello specifico del settore agroalimentare non può sfuggire, tuttavia, che in questi anni il cibo e il vino, nei paesi economicamente e socialmente più sviluppati, non sono più percepiti solo come generi di prima necessità, rivolti a soddisfare il bisogno alimentare e calorico, per trasformarsi in beni di consumo complessi e multidimensionali, che all'alimentazione associano aspetti edonistici e culturali, elementi di connotazione sociale e occasioni di conoscenza. Tutto ciò rende la domanda di prodotti alimentari relativamente meno sensibile al prezzo e più elastica rispetto al reddito, generando nuove opportunità per l'agroalimentare di un Paese come l'Italia, che vanta molti prodotti in grado di soddisfare questo nuovo approccio al cibo.
La capacità di allargare oltre i confini nazionali la nuova percezione del made in Italy agroalimentare è stata un'arma vincente che nell'ultimo decennio ha garantito a molte imprese del settore la permanenza sul mercato e, talvolta, la crescita. È anche per questo che il settore agroalimentare italiano ha vissuto, pur nelle difficoltà del periodo recente, una fase importante e in complesso positiva che ha messo in evidenza ancora di più le sue caratteristiche e le sue potenzialità.